Diamo voce a persone che come ECLISSE sono abituate a Vedere Oltre
Idee e progetti sul futuro prossimo in ambiti diversi: dalla salute psicofisica delle persone, al tema della sicurezza e della sostenibilità – in particolare nell’ambito dell’edilizia e della progettazione.
In ECLISSE è da più di 30 anni che innoviamo, non ci fermiamo e cerchiamo sempre di andare più in là, anticipiamo le necessità, intuiamo i bisogni e creiamo soluzioni, non ci accontentiamo, in due semplici parole: Vediamo Oltre.
È proprio questo il motore del cambiamento e dell’innovazione. È per questo motivo che abbiamo dato vita a un progetto che vuole dar voce e spazio a coloro che, nella loro vita, nel loro lavoro, hanno saputo vedere oltre, anticipare, cambiare.
Questo nostro progetto consiste in un ciclo di interviste a delle persone che
noi consideriamo visionari, appartenenti a settori diversi, con esperienze diverse e sensibilità diverse, delle menti brillanti che hanno cambiato, con l’innovazione, il loro mondo, insomma, delle persone che hanno saputo Vedere Oltre.
Con le loro parole vogliamo raccontare delle storie di successo, degli esempi positivi di cui abbiamo bisogno.
Vedere Oltre per creare il cambiamento e trovare il benessere psicofisico. Anche in casa!
Il primo contributo è quello di Maria Cristina Merlo, insegnante di Pilates e diplomata in Kinesiologia e Mind Body Medicine.

Chi è Maria Cristina Merlo
Laureata in Medicina Veterinaria con Dottorato di ricerca in Scienze Biomediche e Veterinarie Comparate conseguito all’Università di Padova, Maria Cristina si è avvicinata al Pilates per caso quando viveva a Sydney.
Un colpo di fulmine che le ha fatto abbandonare la sua carriera di veterinaria per dedicarsi pienamente allo studio del Pilates.
Ha iniziato ad approfondire l’argomento prima come studente, fino a diventare insegnante perché, avendo lei stessa avuto così tanti benefici da questa disciplina, sentiva l’esigenza di aiutare altre persone a migliorare il rapporto con loro stessi, in un perfetto equilibrio tra corpo e mente.
Nella prima parte della tua vita hai lavorato sodo per ottenere un Dottorato in Medicina Veterinaria. Quali sono state per te le sliding doors che ti hanno cambiato la tua visione e il tuo percorso di vita?
Durante la stesura della mia tesi di Dottorato mi trovavo in Australia, lontana da casa e dagli affetti più cari. Se da un lato vivere dall’altro capo del mondo, in una realtà molto diversa da quella italiana, è stata
un’esperienza molto stimolante e formativa, dall’altro farlo da sola è stato anche fonte di grandi difficoltà poiché solitudine e sconforto stavano compromettendo fortemente il mio lavoro ma soprattutto stavano
minando la mia salute psicofisica. È stato allora che ho capito quanto importante fosse per me ricercare e perseguire ciò che mi faceva stare
bene sia nel corpo che nella mente e nello spirito. Questa consapevolezza mi ha portato a rivedere la scala delle mie priorità, mettendo me stessa e la mia salute in cima alla lista dei miei doveri e delle mie responsabilità. Sì perché in quei mesi ho capito che dobbiamo essere noi stessi i primi e principali fautori del nostro benessere.
Come sei riuscita per superare i momenti di difficoltà e cosa hai fatto per ritrovare il tuo benessere?
Inizialmente non sapevo bene da dove cominciare perché, per quanto assurdo possa sembrare, non sapevo di cosa avessi bisogno per stare bene. Ho avuto la fortuna di imbattermi in discipline come il Pilates, la kinesiologia e lo shiatsu che, seppur con modalità differenti, mi hanno aiutata a riposizionare me stessa al centro insegnandomi ad ascoltare il mio corpo, contenitore plastico di pensieri, emozioni e stati d’animo.
A mio avviso poco importa il mezzo o lo strumento che si utilizza, sia esso lo yoga, la meditazione, la musica, o lo stare immersi nella natura, ciò che conta è imparare ad ascoltare se stessi e il proprio corpo per leggere ed interpretare i messaggi di disagio o di benessere che esso ci manda e poter così cominciare a coltivare ciò che è bene per noi.

Dici che “Il nostro corpo ed il modo in cui lo muoviamo ci forniscono preziose informazioni su come ci sentiamo, su come affrontiamo la vita e le sue sfide quotidiane, in pratica su chi siamo”. Come e quanto influisce secondo te questa quarantena sulla nostra salute?
Secondo gli antichi testi di Medicina Tradizionale Cinese, movimento, corretta alimentazione e buona respirazione, possibilmente all’aria aperta, sono tra i fattori che più rinforzano il nostro sistema immunitario e mantengono alta la nostra vitalità. Ahimè queste sono proprio le cose che ci vengono precluse di più da questa quarantena. Temo, quindi, ci saranno forti ripercussioni sullo stato di salute generale poiché questo è un periodo in cui, per molti di noi, le giornate trascorrono tra il divano e il frigorifero. Da tempo ormai, tutta la comunità medica è concorde nel ritenere che sedentarietà ed eccesso di cibo siano tra le principali cause di perdita della salute poiché quando queste condizioni diventano uno stile di vita, o persistono a lungo come durante una quarantena, il nostro corpo perde
progressivamente la capacità di rigenerarsi e di difendersi dalle aggressioni.
Tuttavia, non tutti i mali vengono per nuocere. Questa pausa forzata, infatti, caratterizzata da momenti vuoti e lentezza, porta con sé un’opportunità unica per molti di noi: la possibilità di fermarsi e dedicare del tempo a se stessi, per guardarsi dentro ed interrogarsi su quello che davvero ci fa bene e ci rende felici.
Sono certa che se sapremo cogliere al meglio questa occasione molte priorità saranno riviste sulla base di una più sana e veritiera scala di valori.
Puoi dirci qualcosa di più su come possiamo cambiare le nostre abitudini? Da dove possiamo partire, in particolare durante l’emergenza Covid-19, in cui il contesto è estremamente fluido e gli stili di vita sono soggetti ad una vera e propria rivoluzione?
“Colui che è riuscito a spostare la montagna ha iniziato spostando piccoli sassi”
Proverbio Zen
Credo fortemente che la vera rivoluzione debba scaturire da dentro ognuno di noi a partire da piccole cose. Creare dei rituali quotidiani, per esempio, può essere un ottimo aiuto per portare per alcuni istanti la nostra attenzione su noi stessi. Cose semplici, che possiamo fare nelle nostre case, come aprire le finestre al mattino e fare alcuni respiri profondi ascoltando l’aria che entra dal naso inspirando, ci espande la cassa toracica e poi esce con l’espiro sciogliendo tutte le tensioni. Oppure concedendoci qualche minuto alla sera mentre ci laviamo i denti prima di coricarci, per pensare alle cose che ci hanno fatto bene durante la giornata. Piccole cose che però, nel tempo, possono avere un grande effetto sul nostro modo di prenderci
cura di noi.

Vedere Oltre: come ti immagini la casa del futuro?
Mai come durante questa quarantena abbiamo avuto modo prendere davvero consapevolezza delle nostre case!
Per me è essenziale che una casa possa permettere il contatto diretto con la natura, immensa fonte di pace e di ispirazione: grandi finestre, ampie vetrate che si aprono sul giardino, oppure un balcone dove poter fare colazione e trascorrere momenti di relax. Per me la cucina rimane comunque la stanza regina di una casa e deve essere ampia, accogliente e con un tavolo grande per condividere un buon pasto con quanti più amici possibile: sono le persone che vivono la casa a renderla un luogo speciale. Se lo stare insieme è importante, lo è almeno altrettanto la possibilità di ricavarsi degli spazi in cui potersi isolare e godere di un po’ di sano “me-time”. In poche parole: grandi spazi per la condivisione e piccoli angoli raccolti per i momenti di intimità e di introspezione.

Lascia un commento